Testimonianza di Barbieri Gianni – Erbanno
Quando ero bambino, prima della Seconda Guerra, i giocatori forti di Erbanno erano: Costante e Silvio Barbetti, Chèco Vezzoli, Giovanni Alghisi e Pietro Barbieri detto Gambirlo. I giocatori più in vista della generazione successiva (nati negli anni Venti) erano: Massimo Ghitti, Luigi Barbieri, Battistino Ghitti, Francesco Pedersoli e Tonino Barbieri Gardunsì. Si giocava davanti alla sede della vecchia Casa Comunale, in Via Santa Maria, piazzando la creèla dove si innesta la Via Argilla. I giovanotti, invece, giocavamo davanti alla chiesa, perché il campo principale era occupato dai grandi e quelli troppo giovani non erano ammessi in quanto, oltre al bere, presso l’osteria di Ines Bertoli, bisognava essere in grado di pagare anche le palle che frequentemente si disperdevano sui tetti. In alcune occasioni si metteva in palio anche una mangiata di cadunsei. Con Angone c’era molta rivalità: noi li chiamavamo Maròc e loro ci schernivano come Hargàgn, e sin da ragazzi, nel periodo che precedeva la Pasqua, ci prendevamo regolarmente a sassate. La competizione poi continuava, fra i grandi, in furibondi scontri alla bala.
Dopo il 1950, con me, hanno giocato: Tomaso Barbieri (battitore) Angelo Pedersoli, Bruno Barbetti, Beto Alghisi, Lino Barbieri, Lorenzino Barbieri, Giacomino Barbieri e Marino Barbieri e tanti altri che però giocavano con meno regolarità. Erbanno era uno dei centri per il gioco di bala; quando si giocava accorreva tutto il paese e tante volte bisognava far spostare la gente perché impediva il gioco; si iniziava già dal mattino e si continuva per tutto il giorno, salvo le temporanee sospensioni per il tempo delle funzioni in chiesa. Facevo il robatidür e me la cavavo abbastanza bene: se erano palle con traiettoria a scendere non c’era probblema, il difficile era quando beccavi dei battitori che ti mandavano battute feride che arrivavano dritte come fucilate.
Luigi Barbieri