Ono San Pietro
Ono San Pietro, in dialetto Dò, sorge ai piedi del massiccio calcareo della Concarena, la montagna magica degli uomini preistorici. L’indole di una comunità tenacemente avvinghiata alle proprie tradizioni, forse spiega la persistenza dell’antica pratica ludica di piazza, la bala, mantenuta nonostante nei paesi finitimi della media Valle sia stata ovunque abbandonata.
Un tempo, nell’ampio spazio di piazza Roma, si giocava al “tetto”, ma a partire dalla metà del secolo scorso si è introdotto l’uso della creèla, in vigore negli altri paesi della vallata camuna.
A Ono San Pietro quasi tutti gli uomini partecipavano ai tornei. Tra i giocatori storici, si ricordano Gerolamo Ferrari (1911), Giacomèt Ferrari (1909), Luigi da Miro, Iromì Odelli, i fratelli Bortolo e Andre Giubì Formentelli, Giovanni Masnovi Postì, Andrea Vaira, Gioan dai Bramì, Girolamo Vaira, Gioan Odelli del Mansì, Bortolo Zana Papo, Agostino Moreschi, Pierino Stucchi, i fratelli Piero, Guerino e Tullio Vaira, Fortunato Ferrari, Elio Vaira, Attilio Ferrari, Bramì Vaira, Pierino Vaira Caser e molti altri.
Raccontano i testimoni che ogni domenica i giocatori di bala si muovevano a piedi verso i vicini paesi di Capo di Ponte, Losine, Niardo, Ceto, Sellero, Cerveno e Cemmo per sfidarsi in tornei concitati. Particolarmente accesa la rivalità col vicino paese di Cerveno, dove i confronti rischiavano ogni volta di concludersi con delle beghe.
Anche in paese le discussioni e le contese erano particolarmente animate, ma alla fine tutti si riconciliavano andando allegramente a bere un bicchiere di vino all’Osteria di Cià de le Barisele in via Zeva.
La pratica si è andata diradando negli ultimi anni, ma appuntamento fisso rimangono i tornei di Ferragosto, quando i molti emigrati fanno ritorno in paese per le vacanze estive e desiderano immergersi nelle atmosfere gioiose dei tempi andati.