La Bala Creèla
Le regole
Di seguito vengono elencate le nozioni basilari sulla bala creèla, generalmente condivise, con l’avvertenza che, come già accennato, fra zona e zona, talvolta, si riscontrano interpretazioni lievemente differenti e modalità di applicazione legate localmente alle caratteristiche del campo di gioco. La codificazione scritta di norme tramandate oralmente richiede necessariamente sintesi che possono non essere completamente condivise, ma lasciano comunque margini alla discussione fra le parti.
I due battitori di comune accordo scelgono la persona dell’arbitro; col sistema del “Pari o dispari” o della moneta (màt o curuna) si decide a quale squadra tocca iniziare la battuta. Quando le partite non si svolgono fra paesi diversi, i due battitori sceglieranno alternativamente i giocatori fra le persone presenti.
Il numero dei componenti la squadra può variare, indicativamente viene ritenuto ottimale il numero di cinque o sei.
La dimensione del campo è generalmente obbligata dalla conformazione dello spazio urbano, tuttavia son apprezzati i campi che presentano una lunghezza di circa 50/60 metri, corrispondente alla gittata di una battitore medio.
Il punteggio avviene nella successione di: 15 – 30 – 40 – punto. Le partite si concludono al quinto punto. Per ottenere il punto e necessario il doppio vantaggio, in caso di 40 pari la squadra che perde la giocata arretra a 30.
È consuetudine concedere la rivincita alla squadra perdente.
Viene consentita la sostituzione di un giocatore infortunato o stanco.
La “creèla” è considerata linea di fondo per la squadra in battuta, dalla parte della squadra in rimessa la linea di fondo deve essere evidenziata.
Il battitore è tenuto ad annunciare l’inizio gioco col grido: “bala!”, che avviene solo dopo essersi accertato che ogni giocatore in campo sia pronto a cominciare il gioco.
La palla può essere colpita solo al volo o dopo il primo rimbalzo, utilizzando sia le mani che i piedi, rispettivamente sino al gomito e alla rotula del ginocchio. Non è consentito colpire la palla consecutivamente da giocatori della medesima squadra, ma questa deve essere colpita alternativamente da giocatori di squadra diversa.
La palla è giocabile anche quando finisce oltre le linee di delimitazione del campo, purché venga sempre colpita al volo o di primo rimbalzo.
Se la palla viene scagliata oltre la linea di fondo del campo avverso, senza essere rimandata, si realizza la “passata” ottenendo un “quindici”.
Se la palla viene mandata al volo fuori dalle linee di campo longitudinali, dispersa sui tetti o in aperture non poste a livello del terreno viene considerato fallo.
In talune situazioni locali la dispersione della palla in aperture laterali poste ad altezza d’uomo con braccio alzato, cioè con palla potenzialmente intercettabile, non viene considerata fallo. Particolarità regolamentari locali, legate alla conformazione architettonica del contesto di gara, devono comunque essere preventivamente comunicate alle squadre ospiti.
Dopo il secondo rimbalzo la palla può solo essere fermata, e, non essendo più giocabile, l’arresto può avvenire con qualsiasi parte del corpo.
Nella prima fase si procede alla formazione delle due “cacce”, indi avviene il cambio campo fra le squadre. La “caccia” è il punto esatto in cui la palla, non più giocabile, si arresta o viene fermata. Le “cacce” da segnare sono due, salvo il caso in cui una sola squadra abbia raggiunto i 40 punti e di conseguenza sarà sufficiente una sola caccia per procedere al cambio campo. L’arbitro provvede ad evidenziare i punti esatti delle cacce collocandovi degli appositi bastoncini.
Nella fase successiva, dopo aver invertito il campo, si procede alla loro conquista, che si ottiene quando la palla finisce oltre il punto in cui, nella fase precedente, è stata segnata la caccia. La caccia si ritiene comunque acquisita se nel corso della giocata si realizza una “passata” o l’avversario commette un fallo. Ogni caccia conquistata vale un “quindici”. Qualora la palla venga arrestata sulla linea esatta della caccia, si procede alla ripetizione della giocata. Quando la palla entra in qualche apertura posta a livello del terreno, sui laterali lunghi (vicoli, porte, bocche di lupo, portici), la caccia viene segnata nel centro geometrico dell’apertura. Assegnate le due “cacce” (o una soltanto nel caso citato) si procede alla formazione di nuove, due o una a seconda del punteggio.
Il rimbalzo della palla su gradini, davanzali, sporgenze, ovvero sull’arbitro o su persone estranee al gioco si considerano ininfluenti.
È consentito intercettare la palla avanti la linea del fallo purchè non ostacoli in alcun modo la battuta e non avvenga troppo a ridosso della creèla. Ciò in quanto la linea del fallo non è una suddivisione del campo di gioco, ma ha l’unica funzione di costringere il battitore a tenere la palla alta in modo che possa ragionevolmente essere intercettata.
Si commette “fallo”, con l’assegnazione di un “quindici” alla squadra avversa, quando:
1) La palla battuta non supera la linea di fallo (invece se colpisce la linea viene considerata valida).
2) Il battitore dopo il rimbalzo sulla “creèla” non colpisce la palla.
3) La palla finisce sui tetti e non ricade in campo entro un tempo congruo (15 secondi circa). Spetta all’arbitro proclamare il fallo.
4) La palla si disperde in qualche pertugio non posto a piano terra o, in talune situazioni, situato ad un’altezza superiore a quella di un uomo col braccio alzato.
5) Due giocatori della stessa squadra toccano consecutivamente la palla.
6) Un giocatore tocca due volte la palla.
7) La palla tocca una parte del corpo diversa dall’avambraccio e dalla parte di gamba sotto il ginocchio.
8) La palla viene trattenuta ed il colpo non risulta nitido.
9) Una palla giocabile viene fermata con mano semichiusa, nel qual caso si considera trattenuta.
10) Un giocatore ostruisce volontariamente l’intervento di un avversario.