Testimonianza di Dò Santino – Losine
La bala era l’unico divertimento per la gente di una volta. Quando si giocava nella Piazza Umberto I° (ora si chiama Piazza Cappellini) accorreva tutta la popolazione, comprese donne e bambini. Era una festa per tutti e molti portavano fiaschi di vino; finito di giocare ci si fermava a cantare in compagnia nella piazza o nell’Osteria dei Vetri o dalle Morète o dalla Zia Cafètera.
Qualche volta l’estate si giocava anche nei giorni feriali, durante le ore centrali della giornata quando, per il troppo caldo, non si poteva lavorare nei campi.
Io ero ancora giovane ma mi piaceva andare a fare il “segna cahe”. Fra i battitori validi c’era Pessognelli Giovanni dei Faustì, classe 1906. Un altro è stato Pescarzoli Maurizio, poi emigrato a lavorare come minatore a Charleroi in Belgio: egli faceva il calzolaio ed all’occorrenza aggiustava anche le palle quando si scucivano. La generazione dei giocatori di palla di Losine , che ho conosciuto personalmente, è stata falcidiata dalla guerra. Ricordo: Pessognelli Maurizio detto Longo del 1921, disperso nella guerra di Russia e Gelmini Domenico del 1915, morto in Albania, primo caduto in guerra del paese di Losine. Un altro bravo giocatore, morto prigioniero in Germania, era Gianni Pessognelli detto Belo. Anche mio fratello Giovanni del 1916 giocava bene e pure lui ha sofferto la prigionia in Germania, anche se è riuscito a far ritorno, mentre Maurizio Stefani è tornato dalla Russia con i piedi congelati. Altri giocatori di palla che mi ricordo bene sono: Toffa Giacomo della classe 1916 e Dò Antonio detto Sigundì. I migliori giocatori che ho avuto modo di conoscere erano i due fratelli Ferrari di Dò (Ono San Pietro).
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